Richieste e standard di certificazioni in ambito alimentare
La crescente richiesta di certificazioni e standard in ambito alimentare riflette la necessità di garantire qualità e sicurezza ai consumatori, nonché di proteggere le tradizioni produttive e la concorrenza leale nel mercato europeo. Difatti l’Unione Europea ha sempre puntato sulla libera circolazione delle merci per favorire un mercato unico.
Tuttavia, questo obiettivo deve conciliarsi con la tutela del patrimonio alimentare e l’uniformità delle legislazioni attraverso direttive e regolamenti. Queste normative si dividono in due categorie principali:
- Verticali: Disciplinano tutte le fasi, dalla produzione alla commercializzazione di un singolo prodotto.
- Orizzontali: Stabilite per requisiti generali che interessano tutti i prodotti, focalizzandosi principalmente sulla sicurezza dei consumatori e sulla loro informazione.
L’obiettivo è tutelare le produzioni tradizionali legate al territorio, riservando loro l’uso esclusivo delle denominazioni e un marchio attestante l’origine. Questo è cruciale per garantire che i prodotti noti oltre la loro zona di origine non siano imitati slealmente.
Gli Obiettivi della Comunità Europea
La Comunità Europea si è prefissata diversi obiettivi per sostenere e valorizzare le produzioni alimentari tradizionali:
- Diversificazione della produzione agricola: Equilibrando domanda e offerta sul mercato.
- Promozione dei prodotti di qualità: Garantendo migliori redditi agli agricoltori e favorendo la permanenza della popolazione rurale.
- Soddisfazione delle esigenze dei consumatori: Che privilegiano la qualità anziché la quantità.
- Utilizzo di informazioni chiare e sintetiche: Sull’origine dei prodotti.
Le Norme “Cornice”
Certificazioni DOP e IGP
DOP (Denominazione di Origine Protetta)
La denominazione d’origine si riferisce a un prodotto agricolo o alimentare:
- Originario di una specifica regione o luogo.
- La cui qualità o caratteristiche sono dovute essenzialmente a un particolare ambiente geografico, inclusi fattori naturali e umani.
- La cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.
IGP (Indicazione Geografica Protetta)
L’indicazione geografica si riferisce a un prodotto agricolo o alimentare:
- Originario di una specifica regione o luogo.
- Del quale una determinata qualità, reputazione o altre caratteristiche possono essere attribuite a tale origine geografica.
- La cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.
Il Pacchetto Igiene e l’HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points)
Dal 1° gennaio 2006, la Direttiva Comunitaria 93/43 CEE è stata sostituita dal “Pacchetto Igiene”, che include il REG CE 852/2004 come riferimento per un Piano di Autocontrollo Igienico. Il sistema HACCP introduce il concetto di prevenzione, permettendo agli operatori di agire “a monte” per garantire la sicurezza igienica del lavoro e dei prodotti alimentari.
I sette principi dell’HACCP sono:
- Individuazione dei pericoli ed analisi del rischio.
- Individuazione dei CCP (punti critici di controllo).
- Definizione dei limiti critici.
- Definizione delle attività di monitoraggio.
- Definizione delle azioni correttive.
- Definizione delle attività di verifica.
- Gestione della documentazione.
Normative Volontarie ISO
Le norme ISO rappresentano standard internazionali volontari che coprono tutti i settori economici, compreso il settore agroalimentare. Le principali norme ISO rilevanti per questo settore sono:
- ISO 9001: identifica una famiglia di norme che riguardano l’adozione di un Sistema di Gestione per la Qualità (SGQ) in grado di qualificare un’organizzazione come controparte affidabile in quanto costantemente impegnata a soddisfare sempre meglio le esigenze dei propri clienti oppure utenti. Le principali norme della serie ISO 9000 sono le seguenti: − ‐ ISO 9000 ‐ descrive la terminologia e i principi essenziali di un SGQ; − ‐ ISO 9001 ‐ definisce i requisiti specifici che deve possedere un SGQ; un’impresa che intende implementare un Sistema di Gestione conforme alle norme ISO deve seguire il cosiddetto “Ciclo di Deming”, un approccio ciclico composto da quattro fasi:
- PLAN: Pianificazione degli obiettivi e delle risorse.
- DO: Implementazione del piano nei processi aziendali.
- CHECK: Controllo dei risultati ottenuti.
- ACT: Riesame e miglioramento del sistema.
- Questo approccio garantisce un miglioramento continuo e un’adozione sistematica delle buone pratiche aziendali.
- ISO 9004 ‐ definisce le linee guida per il miglioramento continuo di un SGQ.
- ISO 22000: è la norma che riguarda l’adozione di un Sistema di Gestione per la Sicurezza Alimentare (SGSA) pensato specificamente per qualificare un’impresa agroalimentare come controparte affidabile in quanto costantemente impegnata a garantire un elevato livello di sicurezza igienico‐sanitaria dei propri prodotti. La certificazione basata sulla norma ISO 22000 è una certificazione di sistema. Anche in questo caso si tratta di una assicurazione indiretta, poiché è il sistema di gestione dell’impresa nel suo complesso ad essere certificato ma non i suoi prodotti o i suoi processi. La norma “UNI EN ISO 22000:2018 – Sistemi di gestione per la sicurezza alimentare” si rivolge a tutte le imprese che sono coinvolte nelle filiere agro‐alimentari, sia direttamente (aziende agricole, industria alimentare, dettaglianti, ristorazione, ecc.) sia indirettamente (aziende produttrici di imballaggi, apparecchiature, detergenti, materie prime agricole come mangimi, fitofarmaci, ecc.).
Il 31 marzo 2023, la Fondazione FSSC ha rilasciato la versione 6 dello schema FSSC 22000, che supporta l’industria dei beni di consumo nell’implementazione di sistemi di gestione efficaci, nella protezione dei loro marchi e nel raggiungimento degli obiettivi di sicurezza alimentare. La versione 6 dello schema FSSC 22000 presenta le seguenti principali modifiche:
- Riallineamento delle categorie della catena alimentare per conformarsi alla norma ISO 22003-1:2022.
- Espansione del campo di applicazione per includere Trading and Brokering (FII) e rimozione delle categorie Farming e FSSC 22000-Quality dal regime.
- Integrazione dei requisiti relativi alla sicurezza alimentare e alla cultura della qualità.
- Introduzione di nuovi requisiti per il controllo qualità, la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, e la gestione delle attrezzature.
- Rafforzamento dei requisiti aggiuntivi esistenti nella parte 2 del sistema, come la gestione degli allergeni e il monitoraggio ambientale.
- Modifiche e chiarimenti sui requisiti per il processo di certificazione.
- Aggiunta di un QR Code sui certificati FSSC 22000 per migliorare la tracciabilità.
La versione 6 prevede una finestra di transizione di 12 mesi per consentire alle organizzazioni di prepararsi e adeguarsi alle nuove modifiche introdotte.
- ISO 22005: La norma ISO 22005 si applica a tutte le imprese del sistema agroalimentare, comprese quelle mangimistiche e rappresenta il documento di riferimento internazionale per la certificazione di sistemi di rintracciabilità agroalimentari. L’implementazione di sistemi di rintracciabilità nelle aziende e nelle filiere agroalimentari costituisce uno strumento utile sia per rispondere agli obblighi cogenti stabiliti dalla UE (reg. CE 178/02) sia per valorizzare particolari caratteristiche di prodotto, quali la provenienza geografica e le caratteristiche peculiari degli ingredienti, oltre a soddisfare le aspettative del cliente, quali la GDO e i consumatori finali
Gli standard di qualità privati
Nel contesto dell’industria alimentare, oltre agli standard internazionali come le norme ISO, esistono anche standard proprietari sviluppati da grandi organizzazioni e consorzi per garantire la sicurezza, la qualità e la sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva. Questi standard di qualità, come BRCGS, IFS, RSPO, ISCC Plus, GMP+, e quelli richiesti da colossi come FDA, McDonald’s, Walmart e Nestlé, sono diventati fondamentali per le aziende che desiderano operare in mercati globali e collaborare con i principali distributori e rivenditori del settore.
BRCGS (British Retail Consortium Global Standards)
BRCGS è uno degli standard più riconosciuti a livello globale, inizialmente sviluppato dal British Retail Consortium per garantire la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti venduti nei supermercati britannici. Oggi, è utilizzato da migliaia di aziende in tutto il mondo per certificare la sicurezza, la qualità e la conformità legale dei loro prodotti. L’adesione a BRCGS è spesso un requisito fondamentale per accedere a mercati internazionali e lavorare con grandi catene di distribuzione.
IFS (International Featured Standards)
IFS è uno standard di certificazione che copre vari aspetti della produzione alimentare, con un focus particolare sulla sicurezza alimentare e sulla qualità. Creato originariamente dai principali rivenditori tedeschi e francesi, è diventato un requisito essenziale per i fornitori che vogliono collaborare con i più importanti distributori europei. IFS prevede un sistema di valutazione basato su punteggi che facilita la comparabilità tra diverse aziende e la gestione dei rischi nella catena di approvvigionamento.
RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil)
RSPO è uno standard dedicato alla sostenibilità della produzione di olio di palma. Visto l’impatto ambientale significativo associato alla coltivazione di palma da olio, RSPO promuove pratiche agricole responsabili che minimizzano la deforestazione, proteggono la biodiversità e rispettano i diritti dei lavoratori. La certificazione RSPO è diventata un segno distintivo per le aziende che si impegnano a ridurre l’impatto ambientale delle loro operazioni e che vogliono rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori in materia di sostenibilità.
ISCC Plus (International Sustainability and Carbon Certification)
ISCC Plus è uno standard di certificazione che estende il tradizionale schema ISCC, noto per la sostenibilità e la riduzione delle emissioni di carbonio, a nuovi settori come l’industria alimentare, dei mangimi e della bioenergia. Questo standard si concentra sulla sostenibilità lungo tutta la catena di approvvigionamento, garantendo che le materie prime siano prodotte in modo responsabile e che l’impronta di carbonio delle attività produttive sia minimizzata.
GMP+ (Good Manufacturing Practice Plus)
GMP+ è uno standard specifico per la sicurezza dei mangimi. Esso garantisce che i mangimi siano prodotti, trattati e commercializzati in conformità con le migliori pratiche di produzione e con i requisiti legali internazionali. Questo standard è particolarmente rilevante per le aziende che operano nel settore zootecnico e vogliono garantire la sicurezza alimentare non solo per gli animali, ma anche per i consumatori finali che si nutrono dei prodotti derivati.
Standard di grandi aziende: FDA, McDonald’s, Walmart e Nestlé
Oltre agli standard riconosciuti a livello internazionale, molte grandi aziende e catene di distribuzione hanno sviluppato propri standard proprietari per assicurarsi che i prodotti che distribuiscono rispettino rigorosi criteri di qualità, sicurezza e sostenibilità. Ad esempio, la FDA (Food and Drug Administration) negli Stati Uniti stabilisce requisiti obbligatori per tutti i prodotti alimentari destinati al mercato americano. McDonald’s, Walmart e Nestlé hanno creato standard personalizzati che i loro fornitori devono rispettare per poter collaborare con loro. Questi standard spesso includono requisiti che vanno oltre le normative legali, come pratiche di sostenibilità ambientale, condizioni di lavoro etiche e trasparenza nella catena di approvvigionamento.
Gli standard privati di qualità nell’industria alimentare rappresentano quindi una componente critica per garantire che i prodotti raggiungano i più alti livelli di sicurezza, qualità e sostenibilità. Per le aziende, l’adesione a questi standard non è solo una necessità per accedere a determinati mercati, ma anche un’opportunità per migliorare le proprie operazioni, ridurre i rischi e costruire una reputazione di affidabilità e impegno verso i consumatori e l’ambiente.